23 giugno 2009

La Paura e la Speranza

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Autore: Giulio Tremonti
Argomento: Saggio Politico
Voto: 3 (6 per la Paura, 0 per la Speranza)

Tre aggettivi: No-Global, illiberale, catto-fascista.

Leggere questo libro è stato molto utile per capire le linee guida del governo Berlusconi IV, dettate dal vero ideologo della destra italiana, il ministro dell'economia Giulio Tremonti.
L'opera di Tremonti è divisa in due parti:

1.
"La Paura" non è altro che l'analisi del recente passato ed, in particolar modo, della globalizzazione dell'economia e dei mercati finanziari.
2.
"La Speranza" sono invece le risposte di Tremonti per superare la crisi italiana ed europea.

L'analisi cerca di spiegare quello che è successo al mondo dopo l'introduzione del WTO (organizzazione mondiale del commercio) e soprattutto dopo l'ingresso della Cina e dei paesi emergenti in questa organizzazione.

In più Tremonti sottolinea la degenerazione della finanza che ha portato l'Occidente sull'orlo della bancarotta, soprattutto con l'ultima crisi dei mutui sub-prime americana, alimentata da speculazioni con gli strumenti derivati anche su titoli di debito come i mutui.

Tremonti è chiaramente un no-global illiberale e colbertiano, ma la sua analisi è sostanzialmente corretta e condivisibile. Il ministro ha infatti capito quali sono i pericoli della globalizzazione per una Europa che esporta ricchezza ed importa disoccupazione e povertà.

Questo lo pone ad un livello sicuramente più elevato rispetto ai no-global di sinistra che criticano la globalizzazione pur non avendone capito i meccanismi ed i pericoli.

L'analisi è però chiaramente illiberale perché ripropone il rafforzamento delle autorità statali e comunitarie per sopperire ai difetti del mercato.

La sua differenziazione tra "liberismo" e "mercatismo" mi ha lasciato abbastanza perplesso, poiché la teoria liberale classica si basa appunto sulla preminenza del mercato e sul ruolo marginale dello Stato nell'economia.

La ricetta tremontiana è invece opposta, tanto che il ministro del tesoro vede nel ritorno in auge della "politica" e dei "valori" l'unico modo per superare la crisi di stagnazione, che pervade l'Europa da ormai molti anni.

Paradossalmente Tremonti affibbia tutte le colpe alla sinistra, sia quando si è comportata in maniera statalista, sia quando si è comportata in modo liberale, cercando di esportare a tutto il mondo l'economia capitalista di mercato.

La maggiore critica è proprio quella di aver fatto entrare i paesi in via di sviluppo nel WTO troppo in fretta, se si confronta col cinquantennio necessario per maturare il mercato comune europeo.

Mercatismo sfrenato e degenerazione della finanza sono quindi i mali che hanno portato l'Europa sul baratro, ma quali sono le risposte per uscire dalla crisi?

Tremonti, da buon liberale a parole, propone la classica ricetta fascista del Dio, Patria e Famiglia, rivisitata e rimodernata in 7 parole d'ordine: Valori, Famiglia e Identità, Autorità, Ordine, Responsabilità, Federalismo.

Per i primi tre termini è chiara la volontà di uniformarsi alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica e Tremonti dichiara apertamente che non esiste speranza senza spiritualità e senza il ritorno di Dio al centro della vita pubblica italiana ed europea.

Chiaramente il nostro buon Giulio si è studiato il programma che ha portato George W. Bush alla rielezione sfruttando proprio il richiamo a Dio, molto sentito anche nel nostro paese a causa della prossimità del Vaticano.

Dio dunque è il punto di riferimento spirituale, i valori giudaico-cristiani sono la base della civiltà e della identità europea e la famiglia è vista esclusivamente nel modello classico.

Niente Dico, Pacs o convivenze etero od omosessuali sono contemplate nel piano tremontiano.

Su Ordine ed Autorità c'è poco da dire, se non che il pensiero parte proprio da una critica del '68, responsabile di aver abbattuto questi due cardini della società auspicata dal Nostro.

Responsabilità e Federalismo sono in pratica due facce della stessa medaglia, dato che il federalismo fiscale si dovrebbe basare proprio sulla volontà di responsabilizzare la spesa degli enti locali.

Ma la vera chicca del libro, Tremonti la riserva proprio al finale: dopo aver criticato la sinistra per lo statalismo e per lo sviluppo drogato dalla spesa pubblica, cosa propone il ministro lombardo per dare una boccata d'aria alla sfiatata Europa? La emissione di Euro Bonds, ovvero per diminuire i debiti pubblici dei paesi europei, bisognerebbe fare indebitare l'Europa stessa.

Magnifico!

Non ci resta che toglierci il cappello davanti all'ideatore di un nuovo modello politico-economico: si unisce un pizzico di mercato a due cucchiaiate di statalismo. Si mescola il tutto con un substrato catto-fascista e la zuppa è pronta.

Povera Italia.

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